Sempre caro mi fu quest’angolo sospeso di quiete,
tra grattacieli che sfidano il cielo e strade
che brulicano di vita incessante e di suoni.
Ma, sedendo su questo tetto e guardando, infiniti
schermi di luci, ombre di cemento,
tra sovrumani rumori e profondissima frenesia
che nel mio cuore si riflettono; dove per poco,
l’anima, non si inquieta.
E come il frastuono
di passi e voci tra queste mura,
io quell’infinito caos a questa finta pace
vo comparando al mio smartphone;
e mi sovvien l’eterno flusso,
tra feed veloci, post passati, i presenti like di lei
così frenetici e il pulsare vibrante di essi.
Così tra questa immensa connessione
s’annega il pensier mio:
e il naufragar non m’è dolce in questo stream.
Ludovico Fremont
Che timbro stupendo di voce hai Ludovico?
È che modo di scrivere incredibile! Wow.
Grazie Rossella. Apprezzo sempre molto i tuoi commenti.
ormai non esistono più i momenti di noia, sembra quasi che il nostro tempo debba essere sempre occupato dai social, ma da questo mare di post , reels infinito in cui è facile perdersi… bisognerebbe scappare e trovare un po’ noi stessi
La noia è sottovalutata moltissimo, io invece credo che sia formativa. Senza momenti di noia non troveremmo gli spunti per trovare cosa ci piace davvero.