Non era nei piani. Non era neppure previsto.
Eppure bastò uno sguardo appena più lungo,
una risata che divenne rifugio
e il mondo, con tutte le sue urgenze, rimase fuori.
Erano due vite considerate piene.
Due cuori adulti, stanchi di promesse,
ma ancora capaci di sentire un brivido,
quando il silenzio dell’altro vibrava come una carezza.
Fuggirono non da qualcosa,
ma verso un luogo che non sapevano nominare.
Non un viaggio, ma un altrove.
E fu come scivolare in una parentesi,
una bolla sospesa
tra il “non posso” e il “perché no”.
Ridere in silenzio e respirare piano, per non spaventare il mondo.
Un letto disfatto a metà, una cena improvvisata,
le mani che si incontrano mentre il caffè sobbolle.
Semplici gesti che diventano sacri
quando sono i primi di un amore vero.
Insieme, si sentirono vivi.
Come chi ha imparato il peso dell’attesa
e adesso, finalmente, sa che può lasciarsi andare.
Un giorno, forse due, forse una sera soltanto.
Ma in quel breve istante c’era tutto:
la poesia, la carne, il sogno.
E il permesso, raro e bellissimo,
di non dover essere altro, che sé stessi.
Ludovico Fremont
Bellissima 🤩