A mia figlia.

Non ho tutte le risposte,
e a volte mi chiedo se stia facendo la cosa giusta.

Se le mie parole, saranno un abbraccio, che ti aiuterà davvero,
o se un giorno,  le sentirai solo, come ombre , sul tuo cuore.

Non sempre so come proteggerti, senza toglierti il vento dalle ali,
come guidarti senza indicarti la strada,
come essere luce nel buio, senza accecarti
e senza inciampare nei miei stessi passi. 

Ma so che voglio vederti brillare, senza chiedere il permesso a nessuno.
Non perfetta, come qualcuno si aspetta che tu sia,
ma semplicemente te, come ogni riflesso dei tuoi capelli ramati.
Come in ogni scintilla dei tuoi occhi quando sogni.

Quando le mie parole peseranno più delle rocce,
quando i miei “no” saranno come muri
e le mie mani non si apriranno a tutti i tuoi desideri,
non pensare che io voglia imprigionarti.

Non sono qui per renderti la strada più facile,
ma per insegnarti a camminare quando sarà in salita.
Non sono qui per toglierti il dolore,
ma per farti capire che puoi superarlo.

Se alzerò la voce, non sarà per farti paura,
ma perché il mondo là fuori urla più forte
e voglio che tu impari ad ascoltare
senza lasciarti travolgere.

Se qualche volta ti sembrerò un ostacolo,
è solo perché sto cercando di farti vedere oltre,
di farti capire che la vita non regala nulla,
ma che tu puoi conquistarla tutta.

Non voglio farti felice solo per qualche attimo,
voglio che tu sappia costruire la tua felicità,
che tu sappia cadere senza aver paura,
che tu sappia scegliere senza sentirti persa.

Un giorno guarderai indietro,
mi troverai li
e capirai che non ero l’ostacolo,
ma la spinta per superarlo.

Che non ero la catena,
ma il vento che ti insegnava a volare.

Ludovico Fremont.