Io non sono terra ferma.
Non aspettarti passi decisi su strade dritte
e non chiedermi di restare sempre uguale.
Mi sfiori e sono brezza,
mi stringi e divento tempesta.
Non è paura la mia, è la mia natura:
non so stare in gabbia, nemmeno dorata,
non so mettere radici, dove non posso fiorire.
Sono la terra che si lascia bagnare,
l’acqua, che non si fa imprigionare tra le dita,
ma che sempre torna al mare.
Una fiamma che danza, a volte facile da spegnere
ma ardo di amore come un fuoco che brucia.
Sono il respiro delicato di un bosco,
di passi leggeri che sfiorano la terra
ma senza mai del tutto affondare.
Non voglio barriere ma ali sicure
mani sincere che sanno accarezzare
occhi che vedano oltre i contorni.
Ascoltami, come il mare dentro una conchiglia
che accoglie l’eco delle maree senza trattenerlo.
Non chiedermi di fermarmi,
ma chiedimi di restare.
Non dirmi “sei mia”
ma solo “sono qui”.
Non trattenermi con promesse
e vedrai che non andrò mai via.
Ludovico Fremont.
Ciao mi chiamo Carlo. Ho una certa età e devo dire che non mi sono mai interessato di poesia, ma ho sempre fatto tutt’altro, sono cuoco. Già ti avevo visto in varie produzioni, però quest’anno, a distanza di anni, ho conosciuto la serie I Cesaroni, e mi hai colpito. Così ho voluto conoscere i versi che scrivi. Molto toccanti, e profondi. Continua così e grazie per quello che ci regali.
Grazie Carlo. Sono molto felice che ti piacciano i miei versi sospesi. Sono anche piacevolmente sorpreso di sapere che un cuoco amante del gusto abbia deciso di seguire anche la mia carriera. Magari avrò il piacere di mangiare qualcosa di tuo…al prossimo lunedì