Ti avranno dedicato ogni cosa.
Di poesie e aforismi poi, a iosa
io capisco anche perché,
a guardarti padre mio altroché.
Da qualunque parte ti si guardi
le idee diventano miliardi.
Io posso solo dirti quello che sei per me
e quello che nel mio animo c’è.
Se da piccolo volevan chiamarmi Nettuno
probabilmente non ci crederebbe nessuno,
nemmeno tu
che mi guardi da laggiù.
Eppure è vero,
sono sincero,
anche se sembra non ci sia nessun criterio.
Mi piaci perché di te, han tutti rispetto,
incuti timore e fascino al tuo cospetto.
Ognuno vorrebbe solcarti e conoscerti
come marinai o viaggiatori,
poeti e scrittori,
amanti, criminali o abbindolatori,
ma tu, sei solo per i più esperti e i più solerti.
Eppure, dai fiducia a tutti
fra i tuoi vasti flutti.
Sei un padre galante e maestoso,
abbagliante e poderoso,
dai tutto a ognuno e ne sei orgoglioso.
Non sei di alcuno, eppure spera taluno
e della tua immensità non sei geloso.
Fai paura quando sei arrabbiato
e chiunque, anche se non salpato, resta senza fiato.
Se vuoi ti riprendi tutto quello che hai donato,
senza problemi e senza chiarimenti,
perché tu non menti.
Sei di mille colori ma dipende da come ti senti.
Di barba bianca riempi le onde frangenti
e con lo scuro tritone trafiggi gli scafi delle navi più opulenti.
Con i tuoi movimenti violenti, c’è poco da scherzare e molto da stare attenti,
in accordo con i venti;
a quante persone ho visto sbattere i denti,
per terrore,
di finir nel peggior dei modi le proprie ore.
Torcere le cime e scricchiolare i legni,
son questi paurosi segni,
sui volti allibiti di quelli che son partiti.
Eppure basta un lampo per far tornare tutto sereno
e far sentire ogni uomo sicuro, come in un abbraccio, su di un materno seno.
Quando tutto è di nuovo pacato
ci fai riapprezzare il creato.
Riprendere fiato,
di notte, coccolato,
da questo movimento, cullato
e vivere nel riposo un altro viaggio agognato.
Ludovico Fremont